Contenuti
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Firenze Biblioteca Medicea Laurenziana - Plut. 51 10
Membr., cc. III + 83 + II’ (con perdita di un fascicolo tra gli attuali primo e secondo), mm. 280 × 185, sec. XI. M.T. Varro, De lingua latina (V-XXIV); M.T. Cicero, Pro Cluentio (mutila); Rhetorica ad Herennium. Recuperato con buona probabilità nel 1355 nel monastero di Montecassino dal B. (che ne fece una copia per Petrarca). Attribuibili alla sua mano solo le annotazioni «De diis hic plura vide» (c. 4r) e «Ego aliter latro enim grece, clam latine. Et ideo latro quod clam furetur» (c. 14r), entrambe assegnabili alla metà degli anni ’50. Note di mano di Niccolò Niccoli, come la postilla «Aristarcus» (c. 28v). Varie postille di altre mani dei secc. XIII, XIV e XV.
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Firenze Biblioteca Medicea Laurenziana - Plut. 54 32
Membr., cc. II + 79 + II, composito (cc. 1-68 e cc. 69-79), mm. 295 × 205. L. Apuleius, De magia, Metamorphoseon libri, Floridorum libri, De deo Socratis. Segnatura della parva libraria: VI 2. Scritto attorno al 1350, ad eccezione dello Spurcum additamentum al romanzo apuleiano (c. 56r), dei primi anni ’70, e delle cc. 70r-77v (contenenti il De deo Socratis), da assegnare ai primi anni ’40. Di mano del B. anche: rare postille, maniculae e graffe (ad es. alle cc. 1v-3r e 18v-19r). Postille (ad es. c. 44r) e marginalia figurati (ad es. c. 48) dello stesso anonimo annotatore trecentesco del Dante Toledano [ALI 1855]; tra questi ultimi faccette paragrafanti assegnate da Morello al B., attribuzione messa poi in discussione da Fiorilla e Rafti. Correzioni e varianti attribuibili a Bartolomeo Fonzio in margine e in interlinea al De deo Socratis (ad es. c. 78v).
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Firenze Biblioteca Medicea Laurenziana - 90 sup. 98 1
Membr., cc. III + 80 + III’, mm. 260 × 175. De mulieribus claris (ultima redaz.). Databile intorno al 1370, non si identifica con i due esemplari presenti nella parva libraria. Di mano del B. anche: rare integrazioni testuali e richiami figurati di fine fascicolo (ad es. c. 56v) e piccole graffe (ad es. c. 55r); non autografa invece la corona disegnata alla c. 73r. Segni di attenzione di mano posteriore, con ogni probabilità risalente al sec. XV.
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Firenze Biblioteca Medicea Laurenziana - Plut. 52 9
Membr., cc. III + 162 + III’, mm. 350 × 250. Genealogie deorum gentilium. Segnatura della parva libraria: III 1. Da assegnare alla metà degli anni ’60. Di mano del B. anche: disegni a colori degli alberi genealogici in corrispondenza dell’inizio dei libri (cc. 11v, 22r, 31r, 38v, 53v, 65v, 74v, 83v, 90r, 101r, 110v, 120v, 131r), frequenti notabilia, revisioni, rescrizioni, correzioni e aggiunte, talvolta accompagnate da disegni di fiori, insetti e teste animali con funzione di richiamo (ad es. cc. 127r e 149r); in alcuni casi gli interventi testuali sono coevi (ad es. c. 127v), in altri databili agli anni 1372-1375 (ad es. c. 18r). Non autografa la numerazione delle carte nell’angolo inferiore esterno, come ipotizzato in precedenza da Casamassima. Correzioni e postille di mano di Pietro Piccolo da Monteforte (ad es. c. 95r).
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Firenze Biblioteca Medicea Laurenziana - Plut. 38 17
Membr., cc. III + 84, mm. 250 × 195. P. Terentius A., Andria, Eunuchus, Heautontimorumenos, Adelphoe, Hecyra, Phormio (precedute dall’epitaffio e dalla vita del poeta). Segnatura della parva libraria: II 2. Sottoscritto dal B. (c. 84r). Databile alla prima metà degli anni ’40, ad eccezione degli aneddoti su Omero (c. 84v), aggiunti intorno al 1350; successivo all’incontro con Leonzio Pilato (1360) il testo greco in calce alla medesima carta. Di mano del B. anche: frequenti postille e notazioni interlineari coeve alla copia o leggermente posteriori, maniculae (ad es. c. 2v), piccole graffe (ad es. c. 63r) e la testina in margine alla c. 53v. Appartenuto a Vincenzio Borghini.
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Firenze Biblioteca Medicea Laurenziana - Plut. 38 6
Membr., cc. I + 178 + I, mm. 235 × 165, secc. XII e XIII. P.P. Statius, Thebais (con il commento di Lattanzio Placido). Segnatura della parva libraria: VIII 9. Di mano del B. soltanto le cc. 43, 100, 111, 169, integrate intorno al 1340-1345 da un esemplare privo del commento. Da attribuire al B. anche notabilia, maniculae e glosse alle cc. 22v, 23v, 40v, 75v, 88r, 99r, 110v, 111r, 128r, 136v, 145v e le due testine disegnate in margine alle cc. 23r e 126v. Varie postille apposte da lettori precedenti (secc. XIII e XIV).
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Firenze Biblioteca Medicea Laurenziana - Plut. 33 31
Membr., cc. IV + 73 + IV, mm. 285 × 210. Testi latini di vari autori classici e medievali. Sottoscritto dal B. (c. 16v). Vergato tra il 1338 e il 1348, con aggiunte piú tarde (ad es. c. 26r), formava originariamente un solo volume con il Laurenziano Plut. 29 8 [ALI 1824]. Di mano del B. anche: iniziali semplici brune (ad es. c. 1r), maniculae e graffe decorate o meno con elementi fitomorfi (ad es. cc. 9v, 12v), fiorellini (ad es. c. 35v); glosse, d’autore o di tradizione (marginali e interlineari). Sporadiche note di lettura di una mano del secolo XV (ad es. c. 2r). Appartenuto nel sec. XVI ad Antonio Petrei, che redasse l’indice (c. IVv) e appose la sua nota di possesso (c. IVr e c. 1r).
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Firenze Biblioteca Medicea Laurenziana - Plut. 29 8
Membr., cc. I + 78, mm. 280 × 210. Testi latini di vari autori classici e medievali, oltre ai seguenti scritti del B.: Epistole, I-IV e VI, Allegoria mitologica, Postquam fata sinunt, Faunus (I redazione), Elegia di Costanza. Possibile collocazione nella parva libraria: IV 2. L’intero ms. è di mano del B. e costituiva una sola unità codicologica con il Laurenziano Plut. 33 31 [ALI 1825]. Copiato in tre diverse fasi: ante 1330 (cc. 26r-45r), ante 1334 (cc. 2r-25v), 1338-1348 (cc. 46r-77r); la c. 45v con ogni probabilità risale al 1367. Di mano del B. anche: disegni astronomici (cc. 2r-5r, 6v-7r, 8v, 10r, 11v, 13, 17v-18r, 22r, 24v), iniziali semplici brune (ad es. c. 46r), richiami decorati di fine fascicolo (ad es. c. 9v); glosse, d’autore o riprese dalla tradizione esegetica precedente, in margine e in interlinea. Rare note di lettura di mani dei secoli XV e XVI.
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Firenze Biblioteca Medicea Laurenziana - Ashb. App. 1856
Membr., cc. 8 (mutilo), mm. 220 × 150. Giuseppe di Exeter, Ylias Frigii Daretis (I 1-387). Databile attorno al 1355. Di mano del B. anche la manicula in margine alla c. 3r.
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Firenze Biblioteca Medicea Laurenziana - Acquisti e doni 325
Membr., cc. I + 141 + I’, mm. 275 × 195. Caduta una carta tra le attuali 137 e 138 e, con ogni probabilità, le due carte finali dell’ultimo fascicolo. Teseida. Databile attorno agli anni 1345-1350. Di mano del B. anche: frequenti postille e notazioni interlineari coeve alla copia o piú tarde; la manicula, accompagnata da graffa, nel margine sinistro della c. 33v, il disegno astronomico alla c. 18v, la cornice floreale in cui è inscritta la “F” di “Fiammetta” alla c. 64v. Di dubbia paternità boccacciana il disegno posto nella metà superiore della carta incipitaria raffigurante l’autore (assegnato al B. dalla Ciardi Dupré dal Poggetto); lasciati in bianco gli altri spazi destinati alle illustrazioni. Interventi marginali di mani dei secc. XIV, XV e XVI. Appartenuto nel sec. XIX all’erudito francese Stefano Audin, passò poi alla biblioteca di Lord Vernon.
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Firenze Biblioteca Medicea Laurenziana - Plut. 35 23
Membr., cc. I + 97 + I’, mm. 250 × 195, secc. XII e XIV. M.A. Lucanus, Bellum Civile. Segnatura della parva libraria: II 12. Attribuibili al B. solo il «Nota» a c. 66v (segnalatoci da Silvia Finazzi), una manicula (c. 19r), una testina d’uomo barbuto (c. 23r), forse la variante «vel Teutaces» (c. 6r) e la nota in scrittura sottile «Et nos eo more processiones facimus» (c. 8r). Il corpus principale di glosse, derivato per lo piú dal commento di Anselmo di Laon, erroneamente attribuito al B. da Romano, si deve in realtà ad una mano anteriore. Appartenuto nel sec. XVI ad Antonio Petrei.
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Firenze Biblioteca Medicea Laurenziana - Plut. 34 39
Membr., cc. I + 57 + II’, mm. 220 × 145, sec. XII. D.I. Iuvenalis, Satyrae. Segnatura della parva libraria: II 6. Di mano del B. solo le maniculae alle cc. 22r e 34r. Postille e notabilia di mani piú tarde. Appartenuto nel sec. XVI ad Antonio Petrei.
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Firenze Biblioteca Medicea Laurenziana - Plut. 29 2
Membr., cc. VI + 277 + V’, mm. 340 × 255, sec. XIII (prima metà). L. Apuleius, De magia, Metamorphoseon libri, Floridorum libri. Proveniente dal monastero di Montecassino, passò per un periodo nello scrittoio del B., sicuramente già a partire dagli anni ’30, e contiene alcuni suoi marginalia: brevi annotazioni paleograficamente databili agli anni ’40 (ad. es. le postille introdotte da «Nota» nel margine superiore della c. 37), maniculae (ad es. cc. 3v, 6r, 30v, 45v, 52v, 77r), fiorellini e graffe (ad es. cc. 29v e 52v); forse autografa anche una testina disegnata nel margine di c. 6v. Numerose annotazioni di Zanobi da Strada in tutto il codice (ad es. c. 24v), alcune delle quali precedentemente attribuite da Casamassima e Vio erroneamente al B. (ad. es. le postille e i notabilia lasciati alle cc. 39v-54r); da assegnare a Zanobi anche lo Spurcum additamentum a Metamorphoseon libri, X 21 (c. 66r), insieme alle rubriche «APULEJ META.I.» (c. 24r) e «APULEI PLATONICI FLORID(ORUM) LIB(ER).I.» (c. 73v), che la Rafti aveva proposto di assegnare al B. (cfr. per quest’ultimo punto la parte finale della sezione introduttiva della scheda). Annotazioni di Pietro Piccolo da Monteforte (ad es. c. 63r) e di altre mani del XIV secolo; nel margine inferiore di c. 79v si legge «F. Aretin(us)», vergato in una minuscola cancelleresca databile tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo.
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Città del Vaticano Biblioteca Apostolica Vaticana - Chig. L VI 213
Membr., cc. III + 191 + III’, mm. 278 × 183. Dante, Commedia (con gli argomenti in terza rima del B.); carme Finis adest longi Dantis cum laude laboris. Databile alla prima metà degli anni ’60, in origine era unito probabilmente in unico volume con il Chig. L V 176 [ALI 1818]. Di mano del B. anche: rare notazioni in margine con lezioni alternative (ad es. p. 6) e correzioni (p. 43). Frequenti postille attribuite a Iacopo Corbinelli (ad es. p. 1) e sporadici interventi di altre mani dei secc. XV e XVI.
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Città del Vaticano Biblioteca Apostolica Vaticana - Chig. L V 176
Membr., cc. IV + 79 + II’, mm. 267 × 182. Vita di Dante (II redazione); Dante, Vita nuova; Cavalcanti, Donna me prega (con glossa garbiana); carme Ytalie iam certus honos; Dante, 15 canzoni; Petrarca, Rerum vulgarium fragmenta (forma Chigi). Databile alla prima metà degli anni ’60 (ad eccezione dell’inserto cavalcantiano, da assegnare alla fine del decennio), con ogni probabilità costituiva una sola unità codicologica con il Chig. L VI 213 [ALI 1820]. Di mano del B. anche: sporadiche notazioni in margine con lezioni alternative (ad es. c. 52v) e correzioni (ad es. c. 34v); semplici motivi decorativi di chiusura di pagina (ad es. c. 47r), fiorellini (ad es. c. 10r), graffe (ad es. c. 11v). Appartenuto a Iacopo Corbinelli, reca numerose sue postille marginali (ad es. c. 1v), insieme a note di altri lettori dei secc. XV, XVI, XVII.
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Decima Giornata
La decima e ultima giornata cade di martedì, sotto il regno di Panfilo, e si narra di chi, con cortesia e magnanimità, ha vissuto avventure d'amore o di altro genere. -
Nona Giornata
Nella nona giornata, lunedì, la regina è Emilia e ciascuno racconta ciò che più gli piace. -
Ottava Giornata
L'ottava giornata, domenica, regna Lauretta e si narra di qualunque tipo di beffa. -
Settima Giornata
La settima giornata, giovedì, regna Dioneo e si narra delle beffe fatte dalle donne, per amore o per paura, ai loro mariti. -
Quinta Giornata
Nella quinta giornata, martedì, la regina è Fiammetta e si ragiona sulla felicità raggiunta dagli amanti dopo avventure o sventure straordinarie. -
Quarta Giornata
Nella quarta giornata, lunedì, il re è Filostrato e il tema è dato dagli amori infelici. -
Terza Giornata
La terza giornata ha luogo di domenica pomeriggio, dopo la pausa del venerdì e sabato, giorni dedicati alla preghiera e alla penitenza. La regina Neifile impone come tema che si narri di chi ottiene o ritrova una cosa desiderata da tanto tempo. -
Seconda Giornata
Nella seconda giornata, che cade di giovedì, Filomena, la regina eletta dalla brigata, fissa come argomento del novellare le vicende di uomini e donne che, caratterizzate all’inizio da una fortuna avversa, si sono inaspettatamente risolte a lieto fine.
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Prima Giornata
In una lunga introduzione vengono descritte le conseguenze catastrofiche portate a Firenze dalla peste del 1348. Attorno a questo terribile evento l’autore costruisce lo spazio della cornice: per sfuggire alla morte sette giovani donne (Elissa Emilia, Filomena, Fiammetta, Lauretta Neifile, Pampinea) e tre giovani uomini (Dioneo Filostrato, Panfilo), incontratisi nella chiesa di Santa Maria Novella, decidono di rifugiarsi nelle colline attorno a Firenze, dove trascorreranno quattordici giorni raccontandosi novelle (eccetto il venerdì e il sabato dedicati alla preghiera e al riposo). Stabiliscono che in ogni giornata elegeranno un re o una regina, che fisserà il tema narrativo che tutti dovranno seguire, eccetto Dioneo (che avrà il privilegio di poter narrare liberamente). In questa prima giornata, il mercoledì, sotto il reggimento di Pampinea, le novelle sono a tema libero per tutta la brigata.
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Sesta giornata
La sesta giornata cade di mercoledì e regna Elissa; il tema è quello delle risposte pronte e argute che permettono di togliersi d'impaccio o da una situazione pericolosa.